SELFIE CHE TI PASSA

Sono sempre stata refrattaria a farmi fotografare.

L’album delle mie fotografie si interrompe al 1986, anno in cui frequentavo la seconda media. Da li in poi e fino a dopo i 20 anni, solo qualche sporadica foto immortala la mia crescita. E in quelle foto, con il mio look fine anni 80, i ricci cotonati e i colpi di sole biondi, tendo sempre a non guardare in camera, spesso ho gli occhi chiusi, a volte mi copro un po’ il volto. Dalle poche istantanee sopravvissute trapela tragicamente l’imbarazzo che in quei difficili anni di crescita provavo verso di me, verso il mio aspetto fisico, verso lo sguardo e il giudizio degli altri. E che un po’ provo anche ora perché se oggi mi lascio fotografare di più, in cuor mio non sono mai soddisfatta dell’esito e infatti pubblico pochissime mie immagini …

Questa ritrosia è qualcosa che condivido con Luca, che è sempre stato poco interessato a immortalarsi in foto o selfie e che ama invece riprendere i suoi figli in ogni occasione possibile.

Fossimo adolescenti oggi, in questa epoca di esibizione narcisistica e ostentata di sé, non avremmo certo vita facile. Come non ce l’ha, da questo punto di vista, nostro figlio maggiore, che non ha profili social (credo) e non ha mai messo una propria foto on line, neanche nello stato di whats’app. Del resto la mela non cade lontano dall’albero e lui ha ereditato la nostra riservatezza e, ahilui!, la mia timidezza….

Una mela che invece è caduta lontanissima dall’albero è il nostro secondo figlio tredicenne.

Jacopo ha sempre avuto un’indole caciarona ed esibizionista, ama essere al centro dell’attenzione e far ridere gli altri, fa teatro. Alle elementari, in un tema dal titolo Cosa vuoi fare da grande, scrisse che da grande lui voleva diventare famoso ed essere riconosciuto per strada, perché nella sua mente di bimbo di 10 anni, gli pareva del tutto inconcepibile il poter morire senza che nessuno si ricordasse di lui o non sapesse che lui era esistito.

Ebbene, il piccolo di casa si fa selfie quotidiani, condivide decine di immagini di sé, e le accompagna a frasi brevi e dirette, hashtag, challenge, catene e simili amenità preadolescenziali…

Da quando l’abbiamo dotato di cellulare si è immortalato in innumerevoli situazioni, posizioni, luoghi. Si è fotografato i piedi, i gomiti, le sopracciglia, le mani, le naselle (!!), i baffetti appena spuntati…. E ha condiviso tutto. Ha lanciato on line questionari su sé stesso (Rispondi a queste domande su di me e scopri quanto mi conosci) e sfidato gli amici a indovinare dettagli sulla sua vita e sulla sua persona. Quando è fuori casa narra con video e foto in tempo reale quello che sta facendo e dove si trova, neanche fosse Jack Bauer, il protagonista di 24.

Io lo guardo e un po’ so che dovrei guidarlo nel contenere questa sua tendenza, aiutandolo a non diventare succube dei like degli altri. E allora pongo miseri paletti che lui, sfruttando il terreno già spianato dal fratello maggiore e l’arrendevolezza di 2 genitori ormai stanchi di questionare su tutto che alzano subito bandiera bianca, sposta sempre un po’ più in là…

Però.. devo ammettere che, sotto sotto, io un po’ lo invidio.

Perché lui ha un ventaglio emozionale-esibizionistico ampio e positivo. In ciò che condivide è: simpatico, sciolto, autoironico, costruttivo, solidale. Non colpisce, non deride, non sfotte. Di più… non si paragona agli altri, non assume pose da macho e condivide anche immagini in cui non è venuto propriamente bene, avendo la capacità di ridendoci su…

Perché gioca il gioco tipico della sua età, quello della costruzione della propria identità attraverso i rimandi degli sguardi degli altri, con naturalezza. A volte in modo superficiale, ma sempre con quella leggerezza che è il dono di chi si sente a posto nella propria pelle.

E penso che io, ex timidissima, alla sua età avrei tanto voluto essere così. E un po’ lo vorrei anche ora…

5 pensieri su “SELFIE CHE TI PASSA

  1. L’importante è che non si isoli in un mondo solo online, rifuggendo dal rapporto con gli altri… ma dalla tua descrizione non mi sembra proprio.
    Detto questo, da timida (non timida come da bambina, ma ancora timida) ti capisco benissimo e provo una social-invidia per chi riesce a esporsi in questo modo.

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      1. Invidia assoluta e totale! 🤩
        Mi sono tirata fuori a forza (e con tanta fatica) dalla timidezza, ma quella riemerge comunque e sempre nei momenti meno opportuni. Ogni tanto penso che sarebbe stato così bello nascere più espansiva! 😁

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