LE OTTO MONTAGNE

Il film di Natale in programmazione al Cinema Filo è LE OTTO MONTAGNE di due registi belgi dai nomi impronunciabili e con protagonisti uno strepitoso Alessandro Borghi e un sempre bravissimo e bellissimo Luca Marinelli.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo e racconta dell’amicizia che nasce tra due bambini: Pietro e Bruno, l’uno figlio di un montanaro, l’altro bambino di città che passa le vacanze in Valle d’Aosta. I due si allontanano durante gli anni dell’adolescenza e si ritrovano più che ventenni, e la trama, attraverso il loro ritrovarsi periodicamente in montagna, segue le loro vite. Pietro, inquieto, rinnega il padre e cerca se stesso ritrovandosi infine nel lontanissimo Nepal. Bruno, radicato e imprigionato dalla sua montagna, resta a vivere in vetta, fa il malgaro, si innamora, diventa padre e finisce a vivere una vita di solitudine e privazioni.

Ho trovato così tante cose belle in questo film!!

Ci sono le riflessioni sull’amicizia e sulla vita….

I due protagonisti cercano entrambi un senso alla propria vita e lo ritrovano solo nelle montagne. Pietro, che ha avuto l’amore, inadeguato ma pur sempre amore, di un padre che lo ha lasciato libero anche di rinnegarlo, ha imparato ad amare la montagna come luogo in cui ritornare ma da cui poter anche partire alla ricerca di se. Bruno, che un padre, affettivamente parlando non l’ha avuto, è ancorato alle montagne, non vuole e soprattutto non sa andarsene.  Seguendo l’afflato profondamente umano con cui il film racconta il destino dei personaggi, non ho potuto non interrogarmi anch’io. Chi, alla fine ha veramente vissuto? Pietro che, seguendo la propria inquietudine esistenziale, fa diversi lavori e gira per il mondo, o Bruno che resta legato alla montagna e si concentra su un solo obiettivo?

C’è il rapporto padre figlio….

Pietro non capisce e detesta il padre. Lo perderà presto e, attraverso i racconti di altri, lo capirà, lo ri-conoscerà dopo la morte, tributandogli la comprensione e il rispetto che forse gli ha negato troppo a lungo durante la vita. E qui ho pensato che anche io, se avessi perso mio padre da giovane forse non sarei mai arrivata a vedere e apprezzare di lui ciò che capisco oggi che di anni ne ho quasi 50…. Perché sono anche la maturità e le esperienze di vita che ti fanno capire i tuoi genitori. Perché, come dice Guccini parlando di una delle sue canzoni più belle, Van Loon dedicata proprio a suo padre: Più l’età si allunga e più capisci quei padri che anni prima avevi rifiutato o combattuto, soprattutto perché le loro sconfitte sono diventate poi anche le tue e così le piccole, tempo prima non riconoscibili, vittorie.

Ci sono la montagna e il senso del tempo…

In questo film i ritmi sono lenti, i tempi sono sospesi e seguono l’andamento della montagna. Sono tempi narrativi naturali, non frenetici come la nostra modernità e il nostro stile di vita ci ha abituato. Mai noiosi.

Le parole sono poche, e i paesaggi, grandiosi, sembrano quasi stordire con il loro silenzio e la loro bellezza. E lo dice una che non frequenta molto la montagna, che non la conosce e non la ama particolarmente… Perché qui viene mostrata una montagna vera. Non è mitizzata come in un idillio, non è aspra ed estrema come in altre pellicole. E’ bella, maestosa e silenziosa, a tratti dura, ma è anche quella dei paesini in pietra, degli alpeggi, dei sentieri e dei torrenti. E allora il silenzio del paesaggio si sposa con il silenzio dei personaggi e del loro legame, che è così maschile e così privo di parole, eppure così profondo, così intenso, così vero..

Ci sono Marinelli e Borghi….

Il primo.. beh… è sempre una gioia per gli occhi!! E’ intenso e affascinante, capace di rara maestria attoriale…  Il secondo è stato per me una scoperta. Perché è riuscito a trasformarsi e a dare corpo a un montanaro buono ma spigoloso e a tratti inaccessibile, attraverso una interpretazione trattenuta, dura, essenziale.

Spero di essere riuscita a trasmettere la bellezza che per me è stato l’incontro con questo film. Se vi va di vederlo lo abbiamo in programmazione al cinema FILO fino al 1 gennaio.

Qui il calendario degli spettacoli.

Qui sotto il trailer del film.

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