Lunedì mattina ore 7, io e Luca in cucina.
C’è profumo di caffè e biscotti nell’aria, ma noi non lo sentiamo perché in realtà dobbiamo ancora svegliarci del tutto e sembriamo due zombie dagli sguardi vuoti e fissi. La conversazione, nelle condizioni sopra descritte, è necessariamente minima e funzionale:
Buongiorno Luca.
Buongiorno.
Cosa mangiamo stasera?
Scongela pollo e prepariamo sugo al tonno.
A che ora torni dall’ufficio oggi?
Non lo so, non aspettarmi prima delle 7. Dopo cena lavoro: devo aggiornare il sito del Filo, finire la pubblicizzazione della rassegna Il cinema ritrovato, pagare delle fatture… e poi ho la reperibilità per l’ufficio.
Lunedì ore 19.00
Bentornato tesoro.
Ciao.
Cuciniamo e ceniamo?
Si…
Ore 21.00
Io vado nello studio, ragazzi il pc è occupato tutta sera, Cri non aspettarmi sveglia.
Ok
Martedì
Buongiorno ecc..ecc… Cosa mangiamo oggi ecc..ecc…
A che ora torni dall’ufficio stasera?
Non lo so, non aspettarmi prima delle 8 poi alle 9 vado all’incontro per l’associazione Antani.
Martedì sera ore 20.00
Ciao Luca.
Ciao.
Cuciniamo e ceniamo?
Cucino ma io non ceno, mangio un tramezzino in giro.
Ore 20.45
Io esco, non aspettatemi sveglia.
Mercoledì
Buongiorno ecc..ecc… Cosa mangiamo oggi ecc..ecc…
A che ora ti vedo stasera?
Stasera non torno. Vado direttamente al cinema per preparare tutto visto che ci aspettiamo tanta gente per la presentazione del libro di Recalcati.
Giovedì
Buongiorno ecc..ecc… Cosa mangiamo oggi ecc..ecc…
A che ora ti vedo stasera?
Alle 19 poi alle 20 esco perché devo andare a preparare il proiettore e mi fermo per controllare che alla proiezione vada tutto liscio.
Venerdì
Buongiorno ecc..ecc… Cosa mangiamo oggi ecc..ecc…
Sei a casa almeno stasera?
Si
Ore 20.00 a tavola:
Come sei messo nel week end?
Eh…(sospiro) ci sono le elezioni per cui lavoro sia sabato che domenica. Sabato pensavo solo il mattino, invece ho scoperto che devo essere presente anche il pomeriggio. Torno a pranzo. Domenica mattina esco alle 6.30 e non ho idea a che ora tornerò perché devo fermarmi fino alla fine dello spoglio delle schede. Non aspettatemi svegli.
….. va bene.
Come ogni anno l’autunno è arrivato, e con lui è ripartito il frullatore impazzito delle cose da fare.
Io che tra lavoro e casa non sono messa meglio di Luca ma almeno non devo uscire tutte le sere, e che in questo periodo trascino le mie giornate in uno stato di stanchezza cronica, lo osservo e penso a dove possa trovare le forze necessarie per portare sulle spalle il carico di così tanto lavoro e le relative responsabilità.
E un po’ lo so, perché l’etica fortissima, la dedizione al lavoro, le capacità organizzative e la forza morale sono di suo padre, le ha respirate in casa fin da bambino.
Una cosa tutta sua però è il dirmi frasi come Scusa se non ci sono mai in questo periodo, so che ti lascio sulle spalle tutta la gestione della casa e dei figli anche se ne hai già a sufficienza con il tuo lavoro.
E per me una frase del genere vale più di tutti quei Ti amo che gli rinfaccio di dirmi troppo poco…
Perché c’è più amore nel suo cucinarci la cena tutte le sere o nel suo sobbarcarsi la fatica di andare a fare la spesa ogni settimana, che in tutti i fiori o gioielli che in trent’anni insieme non mi ha (quasi) mai regalato…
Tutto giusto e importante, il tempo passa e qualcosa si perde. Spero che i momenti buoni, quelli pieni di allegria e leggerezza non manchino e siano lunghi. Ve lo auguro di cuore.
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