Paragono il relax ad un palloncino leggero; il rientro in ufficio ad uno spillo ben appuntito. (F. Caramagna)
Ogni fine agosto, per esorcizzare l’avvicinarsi inesorabile dello spillo, io luca e i ragazzi gonfiamo un ultimo palloncino e voliamo via. Ci regaliamo un week end da qualche parte, guidati da pochi piccoli criteri: che la location sia relativamente vicina, che la si possa approcciare in modo slow, che ci sia un buon connubio cultura/cucina.
Quest’anno il palloncino ci ha portato a Ferrara. La Ferrara dove Luca 25 anni fa ha svolto il servizio civile. La Ferrara di via Delle Volte e del Medioevo. La ricca Ferrara del Rinascimento, degli Este, di Ariosto e di Tasso. La Ferrara degli ebrei e del 900, di Luchino Visconti e di Giorgio Bassani. La Ferrara delle biciclette, dei cappellacci, del pasticcio e del pane ferrarese. E dei Buskers che, l’ultimo week end di agosto, invadono la città e la sera riempiono il centro di gente, di luci e di musica.
E in questo vortice di piacevole confusione ci siamo imbattuti in signore un po’ agée vestite in modi pittoreschi che promettevano di predire il futuro interpretando i tarocchi, praticando l’astrologia karmica, leggendo la grafia, i fondi di caffè, la mano, e addirittura l’orecchio. Una signora, assisa su uno sgabello, vestita con un lungo abito nero e con una maschera veneziana dello stesso colore, prometteva “Guardando i tuoi occhi leggo il tuo cuore”. Una lunga fila di persone aspettava paziente il proprio turno per ascoltare cosa avrebbe visto la signora nei loro occhi.
C’era una coppia (una trampoliera e un giocoliere) a piedi scalzi che, a ritmo dell’antica danza del fuoco e dell’arte marziale Kalaripayattu, faceva roteare sfere e torce di fuoco, e un’altra ancora in cui lei suonava un pianino a manovella mentre lui faceva danzare dei pupi, e un po’ danzava anche lui. (https://www.facebook.com/pyrovaghi)
C’era un cileno, monociclista, giocoliere, acrobata e funambolo che realizzava ardite coreografie con la palla e il diablo e alla fine, dall’alto della finestra di un palazzo storico, si è lanciato su una fune trattenuta solo dalla forza di 5 spettatori. (http://www.elkote.cl/it/)
C’era un chitarrista brasiliano alla Rotonda Foschini che suonava una chitarra amplificata il cui suono veniva reso, grazie alla location raccolta e chiusa, quasi magico e incantatore. (http://tupahn.com/)
C’era un sacco di musica nell’aria. C’erano musicisti provenienti da tutto il mondo che suonavano dalle melodie più classiche all’heavy metal con chitarre acustiche. C’era tantissima gente che li ascoltava e alcuni audaci che ballavano.
Quello che a me è piaciuto più di tutti è stato Paradoxa, il ragazzo delle bolle di sapone. Vestito con cappello a cilindro e occhiali da aviatore, maglietta gialla e pantaloni a righe creava, con il suo carrellino e i suoi strumenti, miriadi di bolle che entusiasmavano e facevano saltare e correre da ogni parte i bambini nel tentativo di acchiapparle. Anche io avrei voluto cercare di afferrarle ma, come gli altri adulti, ho espresso il mio stupore solo con applausi e esclamazioni di meraviglia. (https://www.facebook.com/ParadoxaNature)
Le bolle mi incantano, perché sono trasparenti e colorate, straordinariamente belle ma anche incredibilmente fugaci. A volte durano un attimo, a volte qualche secondo, a volte un po’ di più. E a me, sabato sera, ricordavano quell’ultimo palloncino di fine estate di cui cercavo di prolungare il volo il più possibile prima che lo spillo inesorabile, lo facesse esplodere e ricadere a terra.






