Subito dopo la laurea ho cominciato, quasi per caso, a svolgere il lavoro che avrei poi continuato per 14 anni: docente di italiano per stranieri. Durante un corso di formazione, vidi per la prima volta la carta di Gall-Peters, una proiezione del globo che rispecchia fedelmente le dimensioni dei Paesi.
Nel libro Il pensiero bianco la carta è riprodotta come vedete nella foto. La Terra è una sfera, non ha né alto né basso, né sinistra né destra. Perché l’Africa, nelle sue reali dimensioni, non può esserne al centro? A forza di guardare una cosa sempre dallo stesso punto di vista, dice Thuram, si finisce per dimenticare che potremmo farlo in un altro modo.
Quali idee ho trovato in questo libro che hanno ribaltato il mio punto di vista?
- L’idea della possibilità di un nuovo concetto di universalismo, disoccidentalizzato, che riassuma tutte le saggezze del mondo – indiana, africana, sudarmericana, asiatica, oceanica, antillana, europea, – nel loro comune denominatore, ossia uno sguardo sapiente sulle realtà umane (ad esempio la vita, il passato, il legame con il tempo, con la Terra, il rapporto con gli antenati, con i bambini, la relazione fra uomini e donne). Il filosofo Achille Mbembe propone di distinguere il concetto di UNIVERSALE che implica inclusione in qualcosa o in qualche entità già costituita (citando ad esempio la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino che si dichiara come “l’ideale comune da raggiungersi per tutti i popoli e tutte le nazioni” eppure è espressione di una cultura specifica: quella bianca e occidentale), dal concetto di IN-COMUNE: un insieme di valori co-prodotto e co-costruito dalle culture del mondo su una base egualitaria e rispettosa.
- I miei genitori sono immigrati dalle campagne Venete in Lombardia all’inizio degli anni 60, andando a vivere in quelle che allora venivano chiamate con disprezzo le Coree. Nei racconti della mia famiglia l’aiuto (abitativo, economico, lavorativo, ecc..) che allora i veneti si diedero l’un l’altro è sempre stato presentato come un valore. E allora se oggi i non bianchi devono impegnarsi molto di più dei bianchi per riuscire nella vita è naturale che cerchino di aiutarsi tra di loro (nella vita quotidiana, nel lavoro, nello studio, nell’emancipazione sociale, ecc…). Meno naturale è che i bianchi se ne sentano minacciati e guardino con diffidenza queste dinamiche tacciandole di COMUNITARISMO (espressione di accezione negativa, che identifica come pericolosa per sé la solidarietà, reale o immaginata, tra individui, diversi da noi, e che sembrano assomigliarsi).
- Se l’umanità adottasse il regime alimentare europeo l’attuale produzione agricola potrebbe nutrire solo 4 dei 7 miliardi di abitanti della Terra, a meno che non implementi la produzione agricola attuale al costo di deforestazioni massicce, riscaldamento globale, siccità, riduzione delle biodiversità, ecc… ecc.. Se tutti invece, adottassimo il regime alimentare degli abitanti del Bhutan (il cosiddetto Paese della felicità) che mangiano solo 4 kg di carne l’anno, con l’attuale produzione saremmo in grado di sfamare 12 miliardi di persone.
- Nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il cui ruolo ufficiale è “mantenere la pace e la sicurezza internazionali”, siedono, come membri permanenti, il primo, secondo, terzo e quinto Paese esportatore di armi al mondo (Stati Uniti, Russia, Francia e Cina). Chi detiene l’arsenale, e di conseguenza si arricchisce esportandolo, coincide con chi è stato incaricato di mantenere la pace.
Il pensiero bianco. Non si nasce bianchi, lo si diventa
Di Lilian Thuram, add editore, Torino
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